Saturday, September 5, 2015

Bonds.


And now I think of all those people who were part of my days in the past. They were the ordinary, the usual faces which filled my time: at school when I was a teenager, at home and at university in Venice and the same here in Padua, in Brno... I'm not talking about the stream of people passing by, the ones who never had much in common with me- or maybe I just never realized it. I'm thinking about the persons who hold a special place in my memory, to whom I'm grateful and with which I share a great deal of memories: from afternoons at the library to shared meals, strolls around the city and deep conversations. They constituted my daily routines for specific periods, but now? Life goes on and everybody chooses his own path. Now that you have the chance to travel and to meet people from all over the world, you also have to give up on them more easily- not on the whole, but at least you have to get accustomed with the thought that your lives will collide for a limited amount of time. These are people I opened up to and felt close to... Nowadays I'm often told that I've changed, that I'm less shy and I talk to strangers more easily. That happened because of the choices I've made (living alone, going on Erasmus- they are not hard, suffered choices- they represented wonderful opportunities, of course- but they also scared me) and thanks to the amazing people I've met: Marika, Valentina, Michela, Francesca, Giulia, Gosia, Gogi, Majo, my classmates here in Padua, Elena particularly, Maria Grazia... Most of those people are actually friends, but I know I won't keep in touch forever with all of them and I know I'm bad at that; still, I feel connected to them and it's a bliss that I've met them, because they've all changed me and enriched me, and I look up on them because I think they're wonderful humans.

*These thoughts aroused in my mind after an evening spent with two of my former professors in high school: two great women who stand out for their courage, intelligence and grace. To one in particular I've always felt connected, out of admiration.

Friday, May 8, 2015

No.

Non ce la faccio più.
In testa mi frullano improvvisamente in testa pensieri come "Non possiamo più stare insieme..." e una certa repulsione al pensiero, un desiderio di dare uno strattone a tutto quel guazzabuglio intricato di stralci di pensieri e di emozioni che mi sopraggiungono in questo momento. Non riesco a essere zen, non voglio essere zen, qui tutto sta andando a catafascio e non so perchè... E so che sono ingiusta, questi pensieri sono ingiusti, ma non riesco a indirizzarli nel verso giusto; la mia mente è annebbiata e riesco solo a reagire con un gigantesco, tuonante NO. No perchè è una distruzione reciproca, no perchè non può, non deve mancare il rispetto in un rapporto e io lo sto facendo mancare, ad esempio con la mia ingiustizia nei confronti di quello che pensa e fa, ma non riesco a scrollarmi via le vecchie abitudini... Continuo a dire che non riesco, ma forse non voglio. Non sono mai stata una persona troppo volitiva, è vero... Ma mi si è calcificato addosso questo astio e quest'amarezza ingiustificati, che però non so se si possono grattare via... E se ci volesse del tempo? Che faccio, nel frattempo? Io voglio sorridere, voglio entrare nel flusso della vita che scorre e fare parte di quel flusso, voglio fare felici le altre persone... Ma non lo renderò mai felice così, e anzi rovinerò pure me stessa. Che fare? Chto fucking delat'? In questi giorni fondamentalmente non ci ho pensato, perchè quando ci penso mi prende un impeto di schiacciare forte i tasti del computer e scrivere di getto, forse è terapeutico ma non si arriva a niente nemmeno così. Riflettere, riflettere, non ci riesco... Qui c'è in ballo troppo, io non posso prendere decisioni così, a freddo, mi serve una prova, un tentativo concreto guarnito da salsa alle rassicurazioni, con una spruzzatina di panna dolce dolce, altro che smetana... Mi serve che mi si dica che se proviamo funzionerà, che lui risolverà il suo problema, che io troverò un equilibro e che le cose davvero potranno cambiare, incanalarsi su binari nuovi, che non se ne vanno in Australia o chissà dove, ma fanno qualche piccola deviazione, tipo a Padova. Se no è una relazione per corrispondenza... Riscoprire, riscoprire. Perchè stiamo insieme? Ora dovrei calmarmi, però. Ma davvero non riesco a pensarci, lo sento lontano, non sento la sua voce nè il suo profumo... Come faccio a ricordarmi perchè stiamo insieme? Potrei tranquillamente elencare le ragioni per le quali mi sono innamorata di lui e non ho mai spesso di avere tenerezza nei suoi confronti, di crederlo buono. Ma non le sentirei! Sarebbero un mero esercizio di stile. E allora che fare, che fare, che fare.

Monday, April 13, 2015

Dopo Parigi.


Potkal jsem te jedno na ulici v Blave... Imparerò mai questa lingua? A volte penso che non la saprò parlare mai, proprio come il russo, le ore passate in un'aula sempre troppo fredda o troppo calda, e ancora le parole che non vengono a galla, le lettere che sembrano a volte dei meri segni, enigmatici più che mai... Oggi sono stanca ed è difficile non cedere nuovamente agli sbadigli, stanotte ho dormito pochissimo, ma ne è valsa la pena. Serviva chiarezza, serviva mettere le carte in tavola, dare rassicurazioni e scuse, erano necessari tutti i secondi passati insieme. E ho pianto, e mi sono sentita nuovamente disperata... Questi momenti in cui nulla mi sembra ricomponibile mi danno un assaggio di quello che succederebbe se le mie sensazioni fossero fondate. Se, prima o poi, fossi giustificata nel sentirmi così, abbandonata, privata delle attenzioni indispensabili, congedata con una stretta di mano ghiacciata. Che mia madre abbia ragione nell'affermare così fermamente che l'uomo è un'isola? Che siamo persone complete, che possiamo godere della compagnia di altri e arricchirci, ma che non dobbiamo dipendere da nessuno, ma semmai contare sulle nostre forze? Sicuramente sono parole sagge, però... Non posso non pensare che derivino parzialmente dalla sua esperienza. Che sia una filosofia che ha adottato anche come corazza, per tutelarsi dalle delusioni... Ma poi, come ammettere di poter dipendere da una persona che mai direbbe lo stesso, che ti ha provocato tanto dolore e per cui hai sempre parole taglienti e rancorose? Eppure, non so se direbbe lo stesso di noi, io e Giulia... Spero di no, perchè anche se a volte ho sognato di avere una madre più "chioccia", come ha detto Valeria una volta, vorrei sempre lei. Perchè, anche se spesso non capisco le sue scelte, la rispetto enormemente e so che ha un gran cuore, e le voglio bene... E soffro al pensiero che lei soffra, e allo stesso tempo non mi raccapezzo di come possa, giorno dopo giorno, convivere con una persona di cui non ha stima, ritenendo che le menta quotidianamente, per di più. Certo, io non posso sapere come si sente, ci sono tante foto che forse testimoniano un periodo diverso, in Norvegia, in America... Ma ora, come andare avanti? E soprattutto, vuole andare avanti? Non sarebbe una liberazione prendere una decisione? Avrebbe sofferto, certo, ma sarebbe stata meglio con se stessa, credo, e pian piano avrebbe respirato aria nuova... Ma mi rendo conto del salto nel vuoto. Non so, non so.

Sunday, March 1, 2015

Ho sempre avuto paura di dimenticarmi le cose... che mi scivolino via di dosso prima che io riesca a trattenerle. E così, quando Paolo mi ricorda il nostro primo bacio dopo che ci siamo riavvicinati, io ci rimango male perchè non mi ricordo i dettagli che lui snocciola. Non che lui si ricordi tutto... Ma quando una persona mi racconta qualcosa che avrei voluto conservare, come un prezioso da porre in un portagoie e lucidare giornalmente... Sono grata che ci sia un'altra persona che possa ricordarselo, ma mi dispiace e mi dò un po' la colpa perchè mi sento sempre distratta e presa dalle mie cose (volontariamente ma senza esserne minimamente contenta, anzi) per dedicarmi a qualcosa al cento per cento. Anche ora mentre scrivo, non sono totalmente assorbita... Devo trovare qualcosa che invece mi porti su un'altra dimensione e mi faccia dimenticare le mie questioni, le mie ansie e le mie preoccupazioni velenose. E mentre Thom Yorke canta Bodysnatchers penso che la musica ci riesce, a volte... Ma non è abbastanza liberatorio se l'ascolti e basta. Anche baciare Paolo... E cantare a squarciagola in macchina gli Smiths. E ballare come degli scemi canzoni slave da discoteche estive montenegrine, ma quello non conta perchè le due medie invece contavano. O forse ci mettiamo anche le birre nel sottoinsieme delle cose che mi fanno perdere di vista le mie ossessioni, che non è male coem cosa. Camminare con lui in una bella giornata di sole, i raggi che mi riscaldano la pelle, ricordi che raffiorano... Le prime uscite a Legnano, quando sceglievo accuratamente cosa indossare perchè gli piacessi. Com'ero presa, allora... Era tutto così nuovo ed eccitante, non sapevo se l'avrei convinto, se gli sarei piaciuta davvero... E così, le discussioni sulle panchine, i giri al parco. Quel pomeriggio al museo, quel giorno soleggiato trascorso in gran parte a parlare sugli scalini di una Sant'Alessandro deserta. Vestiti uguali. Guardarci, prenderci dentro, fare finta di essere offesi. Sentire la chimica, e allo stesso tempo guardarmi e pensare di non essere abbastanza, sentirsi bruttina, accaldata e vestita male, immaginarsi il naso lucido e il sole che ci batte sopra e pensare che chi vorrebbe baciare una pelle così brutta?
Poi, un discorso sentito e così, all'improvviso, ti prendo la mano... Un bacio strano, entrambi increduli, straniti, io non più sicura, per un attimo tentenno... Baciare un ragazzo che fino ad allora non era stato, almeno formalmente, che un amico? Se solo sapesse quanto tempo ho passato a guardarlo, ad ammirarlo, come se fosse un essere esotico dietro a un vetro... Delicato, intelligente, bellissimo, elegante, simpatico, brillante- volevo essere così. O lo volevo? Non lo so, forse per facilitarmi le cose non lo ammettevo a me stessa... Ma diventava ogni giorno più importante, la sua assenza era notata più di quella di chiunque altro, e quando si isolava con qualcun altro mi rattristavo un poco. Poi a Edimburgo, quell'abbraccio... Ma era un abbraccio da amica, da buon'amica: eravamo due amici che entravano più in confidenza e sentivano l'empatia. Ancora me ne guardavo bene dal comportarmi liberamente con lui... Ma lo accompagnai volentieri in ostello a Glasgow quando non si sentì bene: volevo che stesse meglio, e passare del tempo con lui. Fantasticavo su cosa sarebbe potuto succedere tra di noi in camera, soli: niente, ovviamente... Ma Scibbo fece una battuta in proposito più tardi, e io avvampai.
Ora questa persona è più vicina a me di chiunque altro, mi vengono le lacrime gli occhi a pensarci. Gli voglio un bene immenso e sento di essergli immensamente grata... Amo il tempo trascorso con lui, ma non sono facile come lui (o almeno, com'è lui di recente): a volte non ingrano proprio, l'umore non decolla... Ma quando entrambi siamo di buon umore e c'è qualcosa nell'aria (e ora i Radiohead suonano House of cards... I don't wanna be your friend, I just wanna be your lover- me l'ha detto lui...), facciamo qualcosa che ci accende o ci inebriamo semplicemente dei nostri sguardi, allora siamo felici insieme ed è qualcosa di assai migliore della felicità individuale. Entrambe prima o poi sbiadiscono, ma questa è più intensa, più magica e meno razionale.
Poi c'è il mio lato pratico e razionale che mi riporta subito alla realtà: non riesco ad abbandonarmi alle sensazioni e alle fantasie, ci riesco solo quando si tratta davvero di mera immaginazione. Se è realtà, allora inizio a rimuginare: per esempio, c'è una voce dentro di me che mi avverte dei rischi che abbandonarsi ad un'altra persona comporta, che mi ricorda quanto sia migliore l'indipendenza, che questa va conservata, altrimenti si è perduti... E c'è la voce della colpa, che mi ricorda sistematicamente le mie menzogne, le mie omissioni, e penso che non se le merita... Ma cosa posso fare ora? Un comportamento strettamente logico e morale porterebbe a una facile conclusione. Però sento di non poter farlo, ma mi vergogno talmente di me che non racconto niente a nessuno, e anche le persone più vicine a me conoscono una versione sbagliata, non sanno, non ho mai avuto cuore di dirglielo... Che razza di persona mi avrebbero considerata? Poi ho pensato che mi avrebbero capito... Ma poi il loro pensiero sarebbe andato subito a lui, e all'ingiustizia fattagli. E io? Io cosa penso? Forse è così che ho iniziato a perdere stima di me... Dovrei dirglielo, ma non posso. Non posso distruggere tutto e non posso distruggerlo... Forse più avanti, chissà. Ma adesso? Come potrei spiegargli che tutto ciò che affermo lo provo davvero, che è autentico ed è enorme... I miei comportamenti sono incoerenti. Lo farei ora? Giurerei di no... Ma chi lo sa per certo? Io penso sempre di saperlo, tutti siamo certi di cose su cui poi rivediamo le nostre posizioni, cambiamo idea o ci rendiamo amaramente conto che le nostre sicurezze sono andate a quel paese.
Come potrei dirgli degli altri ricordi che conservo con dolcezza? Forse fa lo stesso anche lui... Ma non potrei mai dirglielo, non potrei mai descriverli, soprattutto. Eppure lo amo... E quando mi guarda, quando mi abbraccia sento di essere la persona più fortunata dell'universo. Quando lo vedo a casa sua, nel suo ambiente, mostrare la sua natura senza filtri... Lo amo ancor di più. E voglio bene anche ad altre persone, ma soprattutto ai loro ricordi, alle loro ombre, che si proiettano sul muro, ecco una figura sottile leggermente ricurva, le mani nelle tasche del cappotto nero con una cintura... Un maglione nero con lo scollo a V, un orologio regalatogli dal nonno, rivedere quella camicia nelle foto e provare imbarazzo, poi sorriderne... Ho riletto quello che ho scritto più volte, non è tutto, ma sono contenta di aver annotato certi momenti finchè ne avevo memoria, non una memoria sbiadita e ripercorsa troppe volte per essere certa dei dettagli, bensì una memoria vivida e ancora ansimante. Un abbraccio alla fermata del pullman... Il pullman che passa... Ignorarlo, fra le risate, e l'ora che si fa immancabilmente sempre più tarda. Non ricordo quando avremmo dovuto reincontrarci ma, nel discorso, uscì anche il 2017. Lo spero tanto. O forse no. Eppur lo amo. Ma non è giusto nemmeno lasciare andare tutto il resto...