Tuesday, May 8, 2012

PATTI LEE SMITH

http://www.youtube.com/watch?v=BEmZBMQxEh0
http://www.youtube.com/watch?v=cNlAH5T5C7g&feature=related
Ho letto "Just Kids". Ho letto "Just Kids" perchè avevo letto ottime recensioni, ma soprattutto perchè volevo sapere nello specifico cos'avesse fatto quella donna per cui, anche inconsciamente, provavo una certa ammirazione, quasi mi sembrasse giusto che ogni ragazza sulla terra la inserisse nella sua inspirational board, la pinnasse su Pinterest o almeno ritagliasse una sua foto e l'appendesse al muro. Ora, non conosco a fondo la musica di Patti, la mia conoscenza della sua discografia è superficiale e non va molto più in là di Horses, a parte Because the night che, andiamo, la si conosce anche se si è stati rinchiusi in una torre per tutta la vita. Ho visto qualche sua intervista, trovo alcuni suoi testi (Free money) meravigliosi, so che è una femminista, se così si può dire, che è una donna forte, che si è battuta per molte cause, inclusa quella degli Indignados. Queste poche informazioni, però, non mi soddisfacevano. Così, dopo due anni di loprendononloprendo, ho acquistato questa sua sorta di biografia, che però non è affatto incentrata sulla sua carriera da cantante e sul dopo aver sfondato, ma racconta la sua gioventù, da quando si trasferì a New York, una mingherlina ragazza di Chicago con pochi soldi in tasca e una famiglia meravigliosa alle spalle, e incontrò Robert Mapplethorpe, figura molto complessa, artista poliedrico e uomo ai limiti della follia. Ora, il racconto dell'evolversi della loro relazione e dell'importanza che per Patti ha avuto la sua presenza nella sua vita è a dir poco commovente, ma non è di questo che volevo scrivere. Ciò che mi ha colpito e che, senza dubbio, è uno dei motivi per cui una ragazza dovrebbe attaccare la sua immagine in camera (magari la copertina di Horses, scattata proprio da Robert con una camicia di seconda mano a cui Patti strappò via i polsini poco prima di scattare la foto) è la sua determinazione. Non la determinazione a sfondare o a raggiungere la fama... Questo forse era importante per Robert, ma dalle memorie di Patti scaturisce più che altro una voglia di vivere e di dare il proprio contributo al mondo straordinari. Dare il proprio contributo al mondo... La trovo una cosa meravigliosa. Nell'egoismo dilagante, mi pare stupendo che una persona abbia una visione così ampia, che non viva un'esistenza fine a se stessa, ma che offra agli altri quello che ha da dare. E poi, la voglia di vivere. Avere pochi centesimi in tasca, patire la fame, dormire nei parchi e nelle metropolitane, e avere un'incredibile sete di vita e di cultura. Andare ai musei in due ma entrare alternandosi perchè non si hanno i soldi per entrambi i biglietti. Disdegnare le compagnie troppo mondane, le persone troppo ipocrite. Conoscere persone affini e buttarsi a capofitto nell'amicizia creatasi. Amare Rimbaud fino a voler andare nella sua città natale e dormire nel suo albergo. Fare gli straordinari per potersi permettere il minimo. Vivere di quello che si ama, di arte e di musica a di poesia, perchè anche se non dà il pane, la vita è una sola. Avere il coraggio delle proprie azioni. Agire in modo impulsivo e affrontarne le conseguenze. Avere vent'anni ed essere tutto ciò. Io guardo me ventenne e vedo una persona insicura, che non sa cosa vuole, pigra, incapace di incanalare il proprio entusiasmo in qualcosa di produttivo. Vedo una persona che non si è ancora forgiata, e mi direte c'è tempo, ma a voi non capita di sentirvi inutili come succede a me? Inutili e deboli. Patti, un giorno voglio essere forte come te.




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