Monday, April 2, 2012

Avevo intenzione di aprire un nuovo blog, ma con tutta la fatica che ho impiegato a rendere questo blog vagamente decente (non essendo propriamente un genio dell'html)... Insomma, ci ho rinunciato. E anche se questo blog ha dei post che risalgono al 2009 e sono decisamente adolescenziali e tutto, anche se forse lo conosce qualche persona di troppo, pazienza.
In ogni caso... Rieccomi! Ci si sente bene a riprendere in mano il proprio spazio, soprattutto così, dopo mesi di assenza... Dopo mesi senza aver scritto una parola, nè qui nè su un quaderno, una moleskine, un pezzo di carta... Niente! Solo liste di cose da fare, o di cose da comprare, o di canzoni da scaricare, e così via. Forse non tutti ne sentono il bisogno, vorrei essere capace di riordinare le idee e la mente senza mettere tutto per iscritto, ma non ci riesco. I pensieri si confondono e, alla fine, le frivolezze prendono il sopravvento. Le frivolezze! Mi pare che, ormai, occupino l'80% dei miei pensieri. Il resto è occupato da nozioni universitarie e dalle questioni "urgenti" del momento. Io non solo sostengo la necessità delle frivolezze, ma le amo; detto ciò, esse esistono solo in opposizione a un qualcosa di più profondo, qualcosa di più incisivo. Altrimenti è tutta superficialità...
Bene, il mio ipotetico lettore che ben mi conosce, ne sono sicura, è lì che aspetta il momento in cui tirerò fuori il classico bilancio della mia vita... Perchè non riesco a fare a meno di tirar le somme? Eppure non ho mai avuto l'ansia di fare, di essere...O forse sì? Ora, in ogni caso, posso dire con certezza d'essere una di quelle persone: ho la smania di conoscere, di diventare, di fare, di ottenere... E non mi godo la quotidianeità. E nonostante la mia veneranda età, sono sempre più un mostriciattolo tremendamente insicuro di sè, che teme più che mai il giudizio degli altri e ha l'ansia di integrarsi. Dio! L'università non mi ha reso per niente più rilassata... Semmai molto più tesa. Tesa è la parola d'ordine: tesa per le lezioni di russo, ad esempio, dove si sommano gli orrori più grandi: l'angoscia del non sapere + l'angoscia di non fare amicizia. Insomma, poco sotto pressione... Forse il trasferirsi è stato letale in questo senso, perchè non mi ha resa più sicura nè più rilassata (appunto)... Anche con certe persone con cui mi sono relazionata non riesco ad essere me stessa al cento per cento. Se non mi trovo pienamente con qualcuno, io automaticamente fingo. Non è che cambio da così a così, ma a volte mi sento come se esasperassi dei lati del mio carattere e ne nascondessi altri. Con altre persone che invece mi sento di capire, e sento che mi capiscono, non mi faccio problemi a mostrare la mia personalità e a comportarmi naturalmente. Questo è normale, da una parte, ma mi crea enorme stress.
Poi ci sono le solite cose tipo sono contenta di studiare a Venezia, perenne fonte di ispirazione e spunto per cose da fare, da guardare, da vivere. Sono contenta delle persone che ho conosciuto e con cui mi trovo, penso che potrebbero anche diventare dei veri amici a lungo termine... Sono contenta di trascorrere luglio a Mosca... Sono contenta di vivere da sola. Non sono pienamente contenta dei miei studi, della mia vita qui (più che altro sono insicura, ma non infelice), di me stessa. Pensavo di aver imparato ad accettarmi, ma quando mi trovo in pubblico è il panico! Insicurezza, confronto con tutte le ragazze presenti e poi con i ragazzi, ansia del giudizio, paura di fare brutta figura, fisime sull'aspetto fisico, cura eccessiva di quest'ultimo, timore della mediocrità, tensione, tensione... Sono un fascio di nervi, insomma. Un po' mi vergogno ad ammettere tutte queste cose a me stessa, ma non posso negarle! Anche se non sembra, anche se al massimo posso sembrare un po' timida o riservata, dentro di me c'è tutto questo. Più la convinzione che non è giusto, che non dovrei affatto farmi questi complessi e che sono arrivata a un'età che richiede e presuppone una certa maturità. Sono davvero queste le mie priorità? Vale la pena di investire il mio tempo e la mia mente in questi pensieri? Non c'è forse molto altro a cui interessarsi?
Ecco. Ero partita con l'idea di parlare del mio armadio, perchè mentre non scrivevo leggevo, blog come www.grayzine.com/deadfleurette, www.out-of-the-bag.blogspot.it, www.lesantimodernes.com etc etc., e pensavo che è tempo di fare un wardrobe planning serio e, anche se le ragazze dietro ai blog citati mi sembrano un po' ossessionate dal loro vestiario, mi sembra ora di dare una logica ai miei vestiti, di comprare con una ratio, di capire cosa mi sta bene e cosa evitare, di avere, insomma, un armadio con cui andare sul sicuro, con dei vestiti facili da abbinare, con dei basic, con vestiti adatti a occasioni diverse, e non un ammasso di vestiti non utilizzati che mi innervosisce ogni mattina per la mancanza di camice, magliette, bluse e maglioni, e l'eccessiva presenza di pantaloni e gonne, per l'assenza di una camicia bianca come si deve, di camice morbide che tanto mi piacciono, di una marinière, di un maglione grigio che desidero da cinque anni, da un paio di jeans meno fascianti etc etc. Insomma, sono stufa di perdere tanto tempo a vestirmi, e vorrei un armadio più ragionato, siccome l'opzione "fregarsi di cosa ci si mette" con me non funziona. Bè, tutte queste riflessioni sul mio armadio penso riflettano il mio impulso di sistemare le cose nella mia vita e giungere a uno stadio più sicuro, più maturo, più pratico. Non perfetto, per carità, ma facilitato. Che mi permetta, insomma, di dedicarmi ad altro all'infuori di me stessa...

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