Thursday, July 10, 2014

La scrittura è terapeutica. Lascritturaèterapeutica. La scrittura è terapeutica! La scrittura è terapeutica!!!
Cerco di convincermene per tener vive le speranze: le cose ci sono, si affrontano, si superano, o si imparano a gestire... Ma uno deve anche provarci, giusto? Quindi proviamo, proviamo a scrivere e a buttar fuori. Ricordi, Camilla? Devi volerti bene, e buttare fuori.
Non devi pensare di non valere niente. Non devi pensare di essere diversa. Non devi pensare che le altre persone sono fortunate ad essere normali, e che tu peggiorerai e basta in quest'anormalità... Non è così, è Facebook che mente: le persone sembrano sempre felici, lì, sorrisi a trentadue denti, serenità a mille... Ma ognuno ha i suoi problemi, le sue battaglie personali, e questa è una grande verità. Anche io ho le mie battaglie, ma non vuol dire che ce le avrò sempre- le battaglie a volte hanno uno svolgimento che incide sulla realtà, si combatte proprio perché si vogliono cambiare le cose. A piccoli passi... Si cade, ma ci si rialza. A volte talmente rapidamente che si fa finta di non essere mai caduti. Come quella volta a Brno, quando sono scivolata sulla strada ghiacciata di fronte a tutti... Mi sono tirata su e ho continuato a camminare con un mezzo sorriso imbarazzato.
Uno non può figurarsi la vita solo come un percorso a ostacoli... Ce la farai a saltare questo? E quello? Sembra terribilmente alto... La vita, e qui parrò Fabio Volo (ma non importa),  è effettivamente anche quello che c'è in mezzo, a questi ostacoli. E non goderselo minimamente perché si è terrorizzati da quello che verrà dopo, dalle eventualità che il mio cervello inizia a elaborare una dopo l'altra come impazzito (e sì, effettivamente ormai su un altro pianeta) non è fattibile. E' sbagliato... Quando sono diventata così paurosa di tutto? E soprattutto, perché non riesco a liberarmene? A volte mi lascio andare, ma succede così poco spesso... Il mio cervello ha come dei bug. Una volta che pensi una cosa, è difficile dimenticarmene... E rimane lì, e viene a galla nei momenti peggiori, quelli di maggiore fragilità. E mi ritrovo a pensare a tutte queste cose e a odiare me stessa, odiarmi perché chi vorrà stare con una persona così? Cosa mi merito? Però so che questo atteggiamento è distruttivo, che bisogna imparare a volersi bene e a "dare il la", cercare di aiutarsi, come si farebbe con un amico... Io, invece, tendo a fare il contrario, a mettermi più in difficoltà, finché mi sembra di perdere il controllo sulle cose. Ecco cosa vorrei... E so che è una cosa impossibile da possedere, ma almeno l'illusione! Mi sa che bisogna lavorarci su.